"Pensiamo a quel ritratto di Gesù raffigurato nel Duomo di Monreale ... ciascuno di noi è come una tessera di questo grande mosaico. Quindi tutti quanti dobbiamo capire qual è il nostro posto e aiutare gli altri a capire qual è il proprio, perché si formi l'unico volto del Cristo." Beato Giuseppe Puglisi - Palermo 15/09/1937 - 15/09/1993 Primo martire di mafia

UNITÁ DEI CRISTIANI E VITA CONSACRATA


di  Anna Canzoneri 
 
SS. Pietro e Paolo - Cattedrale di Monreale (Pa)
Puntualmente come ogni anno, ci ritroviamo a riflettere sull’Unità dei cristiani e a pregare perché si affretti il tempo della comunione vera con tutti coloro che credono in Dio.
Come affermano il Vescovo di Pistoia, Mons. Mansueto Bianchi Presidente della Commissione Episcopale per l'Ecumenismo e il Dialogo della CEI; il Pastore Massimo Aquilante Pastore Metodista, Presidente Federazione delle Chiese Evangeliche in Italia e il Metropolita Gennadios Arcivescovo Ortodosso d'Italia e di Malta ed Esarca per l'Europa Meridionale La preghiera per l'unità non è un accessorio opzionale della vita cristiana, ma, al contrario, ne è il cuore. L'ultimo comandamento che il Signore ci ha lasciato prima di completare la sua offerta redentiva sulla croce, è stato quello della comunione fra i suoi discepoli, della loro unità come Lui e il Padre sono uno, perché il mondo creda. Era la sua volontà e il suo comandamento per noi, perché realizzassimo quell'immagine in cui siamo plasmati, quella comunione di amore che spira fra le Persone della Trinità e che li rende Uno. Per questo motivo la realizzazione della preghiera di Gesù per l'unità è una grande responsabilità di tutti i battezzati. L'unità dei cristiani è un dono di Dio; la preghiera ci prepara a ricevere questo dono e ad essere trasformati in ciò per cui preghiamo”. 

Vogliamo come donne consacrate, dal “cuore indiviso”, che hanno scelto al di sopra di tutto l’Amore totalizzante, esclusivo, unico per Colui che si è donato Tutto, essere promotrici di unità, prima di tutto in noi stesse, sconfiggendo ogni tendenza di egoismo e di chiusura che ci isola.
La preghiera che ci prepara ad accogliere il dono dell’unità, deve prima di tutto rimuovere dal nostro cuore ogni ombra, ogni risentimento, ogni filo di “asprezza”. Come ci insegna S. Paolo “Scompaia da voi ogni asprezza, sdegno, ira, clamore e maldicenza con ogni sorta di malignità. Siate invece benevoli gli uni verso gli altri, misericordiosi, perdonandovi a vicenda come Dio ha perdonato a voi in Cristo.” (Ef. 4,30) In sintonia col messaggio che la Chiesa ci rivolge in occasione della prossima giornata Mondiale della vita consacrata, vogliamo mostrare con la vita e nelle piccole occasioni di ogni giorno che in noi, per Grazia, vince, in ogni situazione ed occasione, la comunione sulla divisione, la concordia sulla discordia, la pace sull'agitazione e sui conflitti che generano malessere dentro il cuore e attorno a noi.
I Vescovi ci dicono “La dilagante conflittualità che deteriora le relazioni umane mostra la perenne attualità della missione di Cristo e dei suoi discepoli: raccogliere in unità i figli di Dio dispersi. La Chiesa è segno e sacramento di questa comunione. Per presentare all'umanità di oggi il suo vero volto, la Chiesa ha urgente bisogno di comunità fraterne, le quali con la loro stessa esistenza costituiscono un contributo alla nuova evangelizzazione” (Vita Consecrata, n. 45).

Se non viviamo fino in fondo l’unità con Cristo Sposo che ci rende presenza credibile, messaggere che più con la vita che con la bocca dichiarano al mondo la bellezza della comunione fraterna, l’attualità  della Sua Parola, non potremo mai vivere l’unità con i fratelli. Le conseguenze delle nostre scelte sull'intera comunità nella quale siamo inserite ed operiamo, pur nella discrezione e nell'umile quotidiano servizio, non sono da sottovalutare! Saremo credibili e lavoreremo veramente per l’unità se saremo unite dentro, nel profondo del cuore dove si decide la scelta del bene ad ogni costo o la scelta del compromesso, la scelta del Vangelo “sine glossa” come ci direbbe S. Francesco, o la scelta di un surrogato di Vangelo che ci rende opache e non lascia passare la presenza che ci abita.
 Allora ben venga questa settimana di preghiera che ci interpella e ci spinge a diventare quello che siamo nel progetto d’Amore e di salvezza del Padre esistenza trasfigurata dalla bellezza della sua santità, chiamati ad anticipare la comunità “senza macchie e senza rughe”, “il cielo nuovo e la terra nuova” (cfr Ap 21,1) a cui tutti aspiriamo già, troppo stanchi di mediocrità e di mezze risposte all’Amore che vuole essere amato e vuole raggiungere ogni cuore.
“Fatevi dunque imitatori di Dio, quali figli carissimi, e camminate nella carità, nel modo in cui anche Cristo ci ha amato e ha dato se stesso per noi, offrendosi a Dio in sacrificio di soave odore.”(Ef.5,1-2) Che la Vergine Maria, attorno alla quale la Chiesa è cresciuta con un cuore solo, ci guidi e ci accompagni nella fatica della costruzione giornaliera della Comunione fraterna, ci aiuti ad imitare la Sua generosità, il Suo “Eccomi” perché il “mondo creda”.


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Origini della Settimana di Preghiera per l'Unità dei Cristiani 
Sussidi per la Settimana di Preghiera





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