"Pensiamo a quel ritratto di Gesù raffigurato nel Duomo di Monreale ... ciascuno di noi è come una tessera di questo grande mosaico. Quindi tutti quanti dobbiamo capire qual è il nostro posto e aiutare gli altri a capire qual è il proprio, perché si formi l'unico volto del Cristo." Beato Giuseppe Puglisi - Palermo 15/09/1937 - 15/09/1993 Primo martire di mafia

La Madre di Dio concepita immacolata nel grembo di S. Anna



Dai primi secoli del Cristianesimo Maria SS.ma è invocata la Panaghía (Tutta Santa). Fin dai primi secoli la Chiesa ha creduto all’immacolato concepimento dell’anima di Maria ma non si trattava di “dogma”. Nelle opere di alcuni Padri della Chiesa, come Giustino, Ireneo, Giovanni Damasceno si considera Maria la “nuova Eva”, esente dal peccato. In Palestina il concepimento della Vergine Maria è conosciuto col titolo di “Concezione di S. Anna”. I cristiani orientali la chiamano ufficialmente “Concezione di S. Anna, madre della Madre di Dio”. Gerusalemme, Costantinopoli e Napoli ne facevano memoria il 9 dicembre. Mentre nei monasteri di Wincester, Canterbuty ed Exeter (Inghilterra), era l’8 dicembre cioè nove mesi prima della sua nascita commemorata l’8 settembre. Osberto di Clare (sec. XII), priore di Westminster, favorevole alla festa, fu accusato da alcuni suoi monaci. Ciononostante la commemorazione fu approvata a Londra nel 1129.

La cattedrale di Lione, intorno al 1140, decise di celebrarne la festa, ma la protesta di S. Bernardo di Chiaravalle dette inizio a una controversia durata trecento anni; anche il domenicano  S. Tommaso d’Aquino non fu d’accordo ma l’intero Ordine di S. Francesco l’adottò nel 1263. La disputa verteva sul fatto che se Maria fosse stata concepita senza peccato originale ella non avrebbe avuto bisogno della Redenzione, e questa dunque non si poteva più dire universale. Il francescano Giovanni Duns, detto Scoto perché nato in Scozia (†1308) riuscì a superare questa difficoltà dottrinale con una sottile distinzione: parla di "redenzione preventiva" o "preservativa", al contrario di Anselmo e degli scolastici che sostenevano la "redenzione anticipata". Per il Beato Giovanni Duns Scoto, Maria non fu concepita nel peccato originale e poi redenta, ma fu preservata dal peccato originale fin dal concepimento in previsione dei meriti del suo Figlio divino. 

  Duns Scoto e la disputa sull'immacolato concepimento della S. Vergine



Nel 1476 papa Sisto IV approvò la festa con una Messa e un Ufficio propri. Al Concilio di Trento (1545 – 1563) si dichiarò esplicitamente che un decreto sul peccato originale non poteva applicarsi nel caso della Beata Vergine Maria. Nel 1708 papa Clemente XI impose l’osservanza obbligatoria della festa in tutta la Chiesa occidentale. Nel 1830, la Vergine invitava Santa Caterina Labouré, a far coniare e diffondere la medaglia della "Concepita senza peccato". Ciò suscitò un'intensa devozione e molti Vescovi chiesero a Roma la definizione del dogma.
 L’8 dicembre 1854 con la bolla Ineffabilis Deus, papa Pio IX, dalla città di Gaeta dove da circa nove mesi viveva da esule a causa delle rivolte massoniche, proclamò il dogma dell’Immacolata Concezione della Beata Vergine Maria come di una dottrina rivelata da Dio; ciò significa che tutti i fedeli devono credere saldamente e costantemente che Maria SS.ma, nel primo istante del suo concepimento, fu, con la grazia unica e il privilegio di Dio Onnipotente alla luce dei meriti di Gesù Cristo, immune da ogni traccia del peccato originale. La macchia del peccato originale non fu rimossa, ma era assente nella sua anima. Le apparizioni di Lourdes nel 1858 furono accolte come una prodigiosa conferma del dogma. Per ulteriori approfondimenti clicca su: 

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In Sicilia la venerazione dell’immacolato concepimento di Maria fu radicata dalla dominazione bizantina (secc. VI- IX). La festa, invece, divenne di precetto solo nel sec. XV, a seguito della predicazione dei Francescani.
Nella Basilica di S. Francesco d’Assisi a Palermo venne costruita la cappella senatoria a lei dedicata (1441) e, dopo il Concilio di Trento (1545 – 1563), sorsero molte Confraternite di Maria Immacolata, tra le quali quella del Porto e Riporto. Nel 1576 la nobile palermitana Laura Ventimiglia fondò, in uno dei suoi palazzi di città, un monastero benedettino e, annessa all'edificio, fu eretta nel 1612 la Chiesa dell'Immacolata Concezione. Nel 1932 il monastero, tranne la chiesa, fu demolito per far posto al Palazzo di Giustizia!

Il 27 luglio 1624 il pretore di Palermo, Vincenzo Del Bosco, principe di Cattolica, mentre imperversava la peste, propose in un consiglio civico di onorare l’Immacolata Concezione della Beata Vergine Maria celebrandone la festa a sue spese nella Chiesa di S. Francesco d’Assisi con la partecipazione del Senato palermitano. Il 15 agosto il Cardinale Giannettino Doria nella Cattedrale di Palermo promise di venerare e difendere l’Immacolata Concezione, di insegnare tale dottrina promettendo di digiunare la vigilia dell’Immacolata. Il 16 novembre 1624 il pretore Placido Branciforte, principe di Leonforte, unitamente al Senato, nominò l’Immacolata Concezione principale e primaria patrona e protettrice della città di Palermo e, con atto del Senato, di essere pronto a spargere il sangue in difesa del Concepimento Immacolato rinnovando l’impegno del suo predecessore. Due giorni dopo, il Senato donò 100 once per i festeggiamenti dell’8 dicembre, per detto giuramento tutta la città alla vigilia osservò il precetto del digiuno e il giorno dopo si fecero fuochi e luminarie, solennizzando la festa nel convento di San Francesco, la cui chiesa fu adornata con ricchi drappi d’oro e di seta mentre nel pomeriggio si ebbe la processione dalla suddetta chiesa fino alla Cattedrale col simulacro argenteo dell’Immacolata.

Vent'anni dopo il voto del Cardinale Doria la devozione all’Immacolata era talmente diffusa che, il vicerè Don Juan Alfonso Henriquez de Cabrera, Almirante di Castiglia, il 23 febbraio 1643 proclamava l’Immacolata Concezione principale patrona di tutto il Regno di Sicilia. 

Nel 1647 nella Basilica di S. Francesco, un nuovo simulacro dell’Immacolata sostituì quello precedente utilizzando del primo le sole parti argentate: mani, piedi, mentre la testa che, non era proporzionata alle nuove misure della statua, venne fusa per farne una nuova.

L'imperatore Carlo VI, che governava anche sulla Sicilia, devotissimo dell’Immacolata, nel 1726 fece erigere in Piazza San Domenico una colonna di marmo su cui collocò la statua bronzea dell'Immacolata

L’Episcopato siciliano nel 1850 auspicò la definizione dogmatica, affermando che la fede nell’Immacolata Concezione di Maria era parte integrante e irrinunciabile del patrimonio di fede e di pietà della Sicilia.

Nell’attuale Piazza Borsa, nel 1635 i Mercedari edificarono la chiesa dell’Immacolata Concezione ai Catari  in cui custodivano il simulacro argenteo a lei dedicato. Prima della sua demolizione avvenuta nel 1895, il Card. Celesia acquistò la statua argentea collocandola in una delle cappelle della Cattedrale di Palermo. https://iris.unipa.it/retrieve/handle/10447/25134/373257/Sante_e_Patrone-libre.pdf pag. 64

L’Immacolata argentea custodita in Cattedrale dal sec. XIX, la domenica successiva all’8 dicembre, fino alla metà degli anni ’50 si recava di primo mattino in processione ricambiando la visita, fino alla Basilica di San Francesco per poi ritornare nuovamente in Cattedrale.

In occasione del Congresso mariano della Sicilia, dal 1954, il Card. Ruffini dette avvio alla consuetudine di infiorare l'8 dicembre la statua che svetta su Piazza S. Domenico. 

Ai giorni nostri la festa dell'Immacolata a Palermo  inizia presso la Basilica di San Francesco con i primi vespri presieduti dall’arcivescovo, segue l’atto di affidamento della città da parte del Sindaco che offre infine 30 scudi d’argento a simboleggiare la sottomissione della città alla Sua Augusta Sovrana. Intorno alle 23,00 l’Ufficio delle letture e la S. Messa. La mattina dell’8 dicembre l’arcivescovo presiede la celebrazione eucaristica, mentre nel pomeriggio parte dalla Basilica di S. Francesco il corteo che accompagna il simulacro dell’Immacolata facendo sosta a Piazza S. Domenico per l’omaggio floreale alla statua dell’Immacolata posta su un’alta colonna e raggiunta dai vigili del fuoco, per poi giungere in Cattedrale e da qui rientrare in Basilica tra l’emozione e gli applausi dei partecipanti.

 





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